San Francisco: il giro del mondo in una città, così ci piace di definirla. Unica nel suo genere, racchiude quartieri diversi dove si respirano atmosfere autoctone, dove profumi di ogni genere ci accolgono e ci fanno sognare, e dove un miscuglio di etnie coesiste e si amalgama dando vita ad una città compatta ma singolare. Anche se ogni distretto urbano sembra una città nella città, non si può ricordare Chinatown senza il confinante e contrastante quartiere finanziario; le eleganti case vittoriane di Pacific Heights senza il pittoresco Fisherman’s Wharf; Union Square, vera anima della zona commerciale, senza il verdissimo Golden Gate Park ed il celeberrimo Golden Gate Bridge. E ancora la ricca e scoscesa Nob Hill, l’intellettuale Little Italy (North Beach), la tortuosa Lombard Street.
Noi abbiamo visitato la città per lo più a piedi e con qualche mezzo pubblico grazie al “muni passport” valido per tutti e 3 i giorni (26$). Lunghe, talvolta infinite, camminate ci hanno permesso di scovare anche gli angoli più curiosi di questa metropoli, anche se spesso abbiamo preferito alleggerire le nostre city walks con divertenti passaggi in Cable Car, uno dei simboli di San Francisco. Questi tram, che a noi hanno ricordato vagamente quelli visti a New Orleans qualche anno fa, percorrono tre tragitti diversi permettendo di arrivare vicino alle principali attrazioni della città. Non fatevi sfuggire un giro sul cable car che percorre California Street al tramonto: da un lato permetterà ai vostri piedi di trovare riposo dopo una giornata di camminate, dall’altro consentirà ai vostri occhi di godere del suggestivo panorama da Nob Hill fino alla baia, passando per la dritta e ripida discesa- salita di California street appunto. Ultimo appunto: non spaventatevi se troverete una lunga fila di persone in attesa ai vari capolinea e dovrete aspettare un bel po’ prima che un cable arrivi…fa parte anche questo del divertimento, assisterete alla strane manovre di preparazione di una corsa e vi assicuriamo che l’attesa sarà di sicuro ripagata durante il tragitto. Per non farvi mancare nulla, ottimo modo per avere una visione d’insieme della città è quello di ammirarla dalla baia a bordo di uno dei tanti traghetti che la percorrono. Per risparmiare noi abbiamo usato la “ Go San Francisco Card” per 2 giorni (85$) che ci ha permesso la visita del Conservatory of Flowers (8$ senza card) e della California Academy of Sciences (35$ senza card), di noleggiare le biciclette mezza giornata (32$ senza card), di fare una gita in battello nella baia (38$ senza card). Non abbiamo potuto vedere il museo di arte moderna, che sarebbe stato incluso, a causa di lavori di ristrutturazione (il museo è rimasto chiuso per ben due anni, ed ha riaperto a maggio 2016; 25$ senza card). Noi non ne abbiamo usufruito ma la card permette anche l’utilizzo del Hop-On Hop-Off City Tour per 24 ore, quindi ottimo per chi preferisce ammirare la city dall’alto senza camminare troppo.
DAY 1
Arriviamo a San Francisco in tarda mattinata, raggiungiamo l’hotel Beresford Arms che è a 5 minuti a piedi da Union Square, comodo ai diversi mezzi di trasporto e alla stazione Powell dove ferma il treno-navetta (bart) da e per l’aeroporto (one-way 9$). Camera e bagno ampi, arredati in stile retró con mobili vecchiotti ma funzionali. Nessuna pecca particolare e ottima la pulizia. Colazione abbastanza semplice con scelta limitata, comunque per noi italiani più che sufficiente! È carino il fatto che, per questioni di spazio, durante la colazione ci si trova vicino ad altri ospiti e si può chiacchierare e fare conoscenza. Considerando il rapporto qualità-prezzo la nostra camera non ci ha deluso! Per poche notti ci torneremmo sicuramente.
Malgrado il jet-lag e il lungo viaggio siamo super cariche, così iniziamo il tour della città: dedichiamo il pomeriggio alla visita del vicino quartiere cinese e del quartiere finanziario. Entrando a Chinatown sembra di essere catapultati in un altro continente: lampioni verdi con dragoni, tetti in stile pagoda, tempietti taoisti, antiche drogherie, bazar stracolmi di ogni cosa in un’atmosfera tipicamente orientale ma talvolta quasi surreale in cui rilassanti suoni orientali escono da negozi e case invadendo le strade. Se non ci siete mai stati, noi vi consigliamo di entrare in un tempio taoista. Sono molto piccoli e arroccati al secondo o al terzo piano di qualche edificio molto orientaleggiante, ma tremendamente tipici e fuori dai nostri schemi. Verrete accolti da una nube di incensi, e ancora lanterne, lumini e lampadine rosse. Non spaventatevi se vi capiterà di vedere una gallina ai piedi di un altarino, è semplicemente un dono, un’offerta per le divinità. E ricordate…vietato fare foto, potreste venire sgridati.

Continuiamo il nostro pomeriggio addentrandoci per il confinante quartiere degli affari. L’atmosfera è quella tipica di un financial distric americano: moderni grattacieli si ergono altissimi, eleganti, puliti, con vetrate enormi. Sede di banche, showroom, antiquari, questo quartiere ha strade ampie, le auto sfrecciano e la gente, vestita in modo impeccabile, cammina veloce sui marciapiedi con in mano il classico bicchierone ustionante di te o caffè. Qui sembra proprio di essere in una metropoli americana. Tra i tanti palazzoni, sarà facile incontrare la costruzione più alta e distinguibile della città, la Transamerica Pyramid. Decidiamo di ristorarci in un piccolo bar, uno dei pochi rimasti ancora aperti alle 5 del pomeriggio in questa zona, con un bel latte macchiato made in USA e un muffin super burroso.

Ormai il sole è tramontato e l’aria è fresca. Decidiamo di tornare verso Union Square dove finiamo per fare un giro a negozi! Siamo donne,… torneremo in hotel con un paio di Converse All Star, viziose.
Stanchezza e fuso orario cominciano a farsi sentire, optiamo per una cena veloce e relax in hotel.
DAY 2
Il nostro programma per la giornata è decisamente intenso e prevede una prima tappa al Fisherman Wharf. Cartina alla mano, ci dirigiamo verso il molo. Arriviamo al Pier 39 dopo una rilassante camminata; mano a mano che ci avviciniamo l’aria si fa profumata di mare, l’atmosfera è allegra, la gente divertente. Non ci si rende conto di essere negli USA, anzi, sembra di entrare in un villaggio marinaro d’altri tempi: il molo è infatti zeppo di negozi, bancarelle, giostre per bambini e ristorantini tipici. Il profumo di pesce fresco è in ogni dove. Sentiamo in lontananza il jingle della famosa giostra veneziana, un ammasso di persone vi ci sono raccolte intorno, c’è uno spettacolino con i clown. Sfiliamo vicino a bambini festanti e ad adulti tornati bambini; ci dirigiamo verso la fine del molo per dare uno sguardo alla baia. Veniamo rapite dall’odore e dalla “voce” dei leoni marini che sono adagiati sulle banchine in fondo al molo. Ci fermiamo ad osservarli mentre dormono, si stuzzicano tra loro, si spostano, si tuffano e risalgono con agili guizzi sulle banchine in cerca di un comodo posto al sole, come se non capissero che centinaia di turisti, comprese noi ovviamente, sono lì per loro.Da questa posizione, alzando lo sguardo, vediamo chiaramente l’isola di Alcatraz, un tempo penitenziario di massima sicurezza, oggi dismesso. Ci vengono in mente le parole di Thea, una nostra conoscenza italiana che vive a nord di San Francisco da una vita e che ci ha dato numerose dritte per il nostro viaggio: “ragazze, era più facile fuggire da Alcatraz un tempo che visitarla al giorno d’oggi..”. Noi vi diciamo, praticamente impossibile entrambe! Avevamo infatti provato a prenotare una visita dell’isola dall’Italia con un mese di anticipo ma era già tutto sold out!
Ci lasciamo alle spalle la piccola delusione e proseguiamo il nostro tour del Fisherman Wharf: ci dirigiamo verso USS Pampanito, il sottomarino della II guerra mondiale ancorato al molo 45 e the Cannary, ex fabbrica di frutta in lattine, ora bazar commerciale. La camminata finisce in Ghirardelli Square, dove entriamo a visitare il rinomato stabilimento di cioccolato. Entriamo curiose, qualcosa ci ricorda il regno di Willy Wonka, e non riusciamo ad uscire senza non mettere in borsa qualche barretta. Preparatevi, se vi piace anche solo un poco la cioccolata vi verrà l’acquolina. Tamponate con i cioccolatini che vi offrono e fate scorta di cioccolata, vi servirà durante l’on the road!

Approfittiamo delle ore più calde per vedere San Francisco da un altro punto di vista: dall’acqua. Percorriamo la baia a bordo di un traghetto (Bridge 2 Bridge Cruise, Pier 43 ½) che ci porta fino al Golden Gate Bridge, passando molto vicino all’isola di Alcatraz (durata totale del tour 1h). Dalla baia vediamo una San Francisco estremamente variegata e tortuosa: le numerose zone verdi e le colline si contrappongono allo straordinario skyline. Non spaventatevi però se il sole tarda ad uscire in questa città: è normale che una leggera nebbiolina faccia da sfondo a tutta la baia e nasconda, come in un gioco di magia, il gigante ponte rosso. Niente di più suggestivo. Ricordate di portare con voi una sciarpa: assolutamente obbligatoria data la fresca estate e i venti freddi che circolano nella baia anche ad agosto.
A noi è venuta fame ovviamente, e ci fermiamo a mangiare nei tavolini all’aperto del chiosco davanti al Fisherman Grotto, tra Taylor e Embarcadero street, poco lontano dal punto di arrivo del traghetto. Vi consigliamo quello che a fine vacanza ricorderemo come uno dei pranzi più buoni: una calda e gustosa zuppa di pesce servita in una grande forma di pane scavata, che sostituisce totalmente il piatto. Top! E non dimenticate…anche il “piatto” va mangiato.

Il primo pomeriggio continua con un giro per Little Italy, anche nota come North beach. E’ il rione che ricorda gli anni della Beat generation con la City Lights, la prima libreria negli USA a vendere solo edizioni economiche e il bar Vesuvio, ritrovo per letterati ed artisti. Il quartiere è pieno di locali che ricordano l’Italia, in particolare Roma e la toscana (nel corso del viaggio scopriremo come questa regione sia conosciuta e amatissima dal popolo americano), e notiamo, con piacere, qualche prodotto italiano all’interno dei ristoranti. Arriviamo fino a Washington square dove si erge la chiesa di San Pietro e Paolo.
Abbiamo ancora forze cosi ci dirigiamo verso il Golden Gate Park, dove riusciamo a visitare solo il Japonese Tee Garden (8$). Ecco, ci risiamo, sembra di essere in un altro continente. Questo luogo spettacolare è straordinariamente verde e perfetto, calmo e ordinato. Piante e laghetti scenografici ci tengono occupate per una buona mezz’oretta; Valentina trova l’ambiente così suggestivo da voler posizionare la sua fotocamera nei posti più incredibili (fino a rischiare di farla scivolare in acqua) per non perdere bellissimi autoscatti e scatenare la sua passione fotografica. Ci ritagliamo del tempo per tirare su la glicemia con una buona merenda a base di tè giapponese.
Siamo stanche ma non ancora distrutte, così decidiamo di concederci un’altra delizia al tramonto prima di tornare in hotel: direzione Lombard street. Con un’inclinazione di 27° questa strada sarebbe stata troppo ripida per essere percorsa in auto così com’era. Otto curve permettono oggi alle auto di percorrerla solo in discesa alla velocità di 8 km/h. Suggestiva e singolare è assolutamente da “scalare” a piedi, dalla cima infatti si gode una fantastica vista della città.

Dopo esserci riposate un’oretta in hotel, usciamo per cena. Scegliamo di mangiare proprio in Union Square, in un fighissimo burger bar sopra ai magazzini Macy’s. Abbiamo mangiato un buonissimo club sandwich sulla terrazza esterna che dominava dall’alto tutta la piazza. Meraviglia.
DAY 3
Sofia stamattina si sveglia particolarmente carica, le balena in testa di noleggiare le biciclette nella zona del porto e usarle per arrivare fino al Golden Gate Bridge. Perché non lanciarsi in una biciclettata di buon mattino? Alla fine San Francisco è nota per essere una città collinosa e i due giorni appena passati ci hanno insegnato quanto le strade siano pendenti. Noncuranti della potenziale fatica partiamo in sella alle nostre bici (noleggiate al Fisherman Wharf) con caschetti rigorosamente allacciati. La strada che costeggia la baia congiungendo il Fisherman Wharf al Golden Gate è decisamente panoramica, ma non esattamente solo in piano. Diversa gente comunque ha avuto la nostra stessa folle idea, siamo in compagnia. Dopo due salite infernali e una sudata non indifferente, raggiungiamo il ponte e lo percorriamo per una buona metà. Però…E’ suggestivo. E a dire la verità, non è proprio di colore rosso, appare arancione!
Dopo esserci rese effettivamente conto che sarebbe impossibile proseguire la giornata in bici, le depositiamo e ci spostiamo verso il Golden Gate Park. Qui visitiamo il Conservatory of Flowers, una bellissima serra piena di fiori e piante, e la California Academy of Sciences, enorme, ma razionalizziamo le forze e visitiamo solo quello che realmente ci interessa.
Ci resta buona parte del pomeriggio che impieghiamo completamente alla scoperta delle favolose case vittoriane. Valentina non desidera altro da tre giorni: fotografare le case vittoriane di Pacific Heights. Visitiamo questa zona sempre con il naso rivolto all’insù, completamente rapite dalla bellezza delle molteplici ed elegantissime case, in tutti i loro stili: italiano, stick, queen Anne e gothic revival. Steiner, Fillmore, Webster e Washington street sono dei musei all’aperto. Concludiamo con la scenografica Alamo Square da cui si vedono le famosissime sei case vittoriane stampate sulla copertina di tutte le guide turistiche della California, alle spalle delle quali si arriva a vedere il Financial District, con la ben distinguibile Transamerica Pyramid.
Concludiamo la giornata riguardandoci parte di San Francisco viaggiando in cable car. In particolare, al tramonto ci troviamo sulla linea della California street e da Nob Hill la vista si apre fino alla baia. Suggestivo.
Torniamo in hotel per poi riuscire a cena. Domani lasceremo San Francisco e cominceremo la vera avventura on the road! Finalmente le nostre gambe riposeranno un pochino.
S&V.